In Italia il numero di donne imprenditrici è in costante aumento. 1 milione e 331mila le attività produttive a conduzione femminile, secondo i dati dell'Osservatorio per l'imprenditorialità femminile di Unioncamere e InfoCamere, con un incremento di 10mila unità solo nell’ultimo anno e quasi 30mila negli ultimi 3 anni.
Se nel nostro paese il 21,86% delle imprese è guidato da donne, negli Stati Uniti questa percentuale sale addirittura al 45%. Segno che la propensione delle donne a “mettersi in proprio” è qualcosa in più di una semplice moda passeggera.
L’interesse per l’imprenditoria riguarda anche le più giovani. Basti pensare che in Italiauna ogni 12 imprese femminili è under 35.
Tra le moltissime storie di donne imprenditrici di talento, ne abbiamo selezionate 7 da raccontarvi. Denotano creatività, intraprendenza e coraggio. Speriamo possano motivarvi o forse persino ispirarvi a iniziare il vostro personale viaggio nel mondo dell’imprenditoria.
7 storie di donne imprenditrici che hanno raggiunto il successo
Black Girl RUN!
Fondata da Toni Carey e Ashley Hicks-Rocha, amiche universitarie,Black Girls RUN!conta più di 150.000 membri e oltre 70 gruppi di running negli Stati Uniti. L’organizzazione ha goduto di una consistentecopertura mediatica, attirando addirittura l’attenzione di Oprah Winfrey.
Attraverso un negozio online, questa travolgente coppia di donne imprenditrici ha finanziato il proprio sogno di modificare le statistiche sull’obesità in America. Come? Vendendo la linea di prodotti firmata Black Girls RUN! alle proprie sostenitrici, donne orgogliose di rappresentare la comunità che ha cambiato la loro vita.
“Quando abbiamo deciso di lanciare i gruppi di running, abbiamo intravisto l’opportunità di monetizzare l’iniziativa. È diventata un fenomeno virale. Così abbiamo iniziato a incrementare la produzione del nostro merchandise e le vendite ci hanno permesso di sostenere i costi dell’organizzazione fino ad oggi”.
Mommy Sauce
Tra le iniziative di successo avviate da donne imprenditrici c’èMommy Sauce, nata dall’amore per la cucina e la famiglia. Incoraggiata dal figlio, un celebre chef, Jai Nam “Mommy” Choi ha dato vita alla propria attività vendendo al pubblico le sue ricette segrete.
Il suo amore per il cibo e la sua passione per la cucina risalgono all’infanzia. Cresciuta in una famiglia di 11 figli, racconta che “si mangiava in continuazione!”. Dopo essere emigrata negli Stati Uniti, ha incontrato il marito e trovato una gamma di sapori e un background culturale decisamente diversi dai suoi. Per cui, ha combinato lo stile culinario coreano con le pietanze tipiche americane.
“Io e mio marito lavoravamo duramente sette giorni su sette, facendo qualunque lavoro ci capitasse per sostenere la nostra famiglia. Ma ogni sera non vedevamo l’ora di mangiare a casa, tutti assieme. Il cibo rappresenta una parte importante della nostra vita e penso sia per questo che mio figlio è diventato uno chef famoso!”.
R. Riveter
Le donne imprenditrici possono davvero lasciare il segno con la loro attività. Ne è un esempio laR. Riveter, azienda statunitense produttrice di accessori, nata con l’obiettivo di offrire un lavoro flessibile alle mogli dei militari.
Le fondatrici Lisa Bradley e Cameron Cruse hanno avviato la produzione di borse in pelle e tela, gioielli e altri accessori fashion, creando una vasta rete di produttrici indipendenti sparse in tutti gli Stati Uniti; le mogli dei militari che lavorano con la R. Riveter possono creare i loro accessori ovunque vivano.
“Abbiamo scelto di dar维塔一,azienda / creare un senso di comunità tra le mogli dei militari, consentendo loro di crearsi delle entrate mobili e flessibili; vogliamo rappresentare una forza positiva all’interno della comunità militare”.
Pop Up Plus
Camille Newman, un’americana di prima generazione originaria della Jamaica, è entrata nella schiera delle donne imprenditrici realizzando il proprio sogno senza l’aiuto della famiglia o degli amici. Ha finanziato la propria attività grazie ai risparmi, ai concorsi e ai programmi di micro-credito.
Pop Up Plus, l’attività di ecommerce di Camille dedicata alla moda, vende abiti per donne curvy. Camille non ha potuto aprire un negozio stabile a causa delle cifre esorbitanti richieste per l’affitto di un locale commerciale a New York, ma non si è data per vinta. Piuttosto, è partita con unnegozio temporaneoe successivamente ha iniziato a vendere le sue creazioni online.
Il suo marchio di abbigliamento veste a partire dalla taglia 46. Include un ecommerce e un pop-up store, entrambi di successo. Il progetto è nato dalle difficoltà personali di Camille ad accettare la propria corporatura e a trovare abiti della sua taglia.
“Sono sempre stata una ragazza formosa; al college, i 6 kg messi su dalle matricole sono diventati 30. Mentre ero in cerca di abiti, mi rendevo conto che non solo avevo messo su un sacco di chili, ma i commercianti non vendevano abiti adatti a me. Ricordo la sensazione terribile che provavo chiusa nel camerino, senza trovare nulla che mi stesse bene. Allora ho deciso che nessun’altra donna avrebbe mai dovuto sentirsi così scoraggiata”.
Jaswant’s Kitchen
Quella diJaswant’s Kitchenè la storia di una famiglia di donne imprenditrici.
Quando le figlie di Jaswant Kular sono andate a vivere fuori casa, hanno realizzato di non aver ereditato dalla madre il talento naturale per la cucina autentica indiana. Ma Jaswant sapeva che doveva esistere il modo di semplificare quelle ricette per le figlie.
Jaswant ha cercato qualcosa che permettesse alle figlie di creare piatti indiani dal sapore autentico, trovando però solo prodotti pieni di additivi, ingredienti artificiali e grassi. Jaswant’s Kitchen è nata dalla necessità di soluzioni più sane e genuine per preparare i piatti tipici indiani.
L’esordio di Jaswant’s Kitchen — con miscele di spezie e approcci semplificati alle ricette tradizionali del sudest asiatico — è avvenuto in occasione di una sagra alimentare. La risposta positiva del pubblico ha costituito una spinta a proseguire. Da quel momento, con la collaborazione delle figlie, Jaswant ha creato un’attività basata sui kit alimentari, ora molto fiorente. La vendita avviene con il negozio online e tramite più di 30 rivenditori locali; il progetto è quello di espandersi anche in altre parti del Canada e degli Stati Uniti.
“Lavorare insieme alle mie figlie formando un team di donne imprenditrici mi ha riempito di orgoglio e soddisfazione” afferma Jaswant. “Ho sempre creduto e insegnato alle mie figlie che è possibile realizzare qualsiasi progetto si abbia in mente: non c’è nulla di impossibile”.
Bird + Stone
L’unica cosa migliore di un gioiello è un gioiello che contribuisca a un futuro migliore. E, nel caso del marchio di accessori venduti onlineBird + Stone, il futuro è decisamente donna.
Lanciata nel 2013 da Elana Reinholtz, Bird + Stone è una start up newyorkese che raccoglie fondi e promuove le organizzazioni che contribuiscono a creare un mondo più equo. È guidata dall’idea che ogni consumatore possa essere un filantropo in miniatura e generare un cambiamento mettendo in campo il proprio potere d’acquisto per schierarsi a favore dell’uguaglianza.
Da sempre la fondatrice (e sognatrice) Elana Reinholtz ha sentito il bisogno di supportare le cause che percepiva come giuste; ma ha ufficialmente dato il via a Bird + Stone dopo aver trascorso del tempo in Kenya, per una missione di volontariato.
“A 24 anni, terminato il college, ho iniziato a lavorare per un’azienda. Avevo un’entrata sicura, ma nel giro di un anno ho realizzato che non stavo contribuendo a fare qualcosa di positivo per la società. Così mi sono unita a un programma umanitario nel Kenya rurale, rivolto a 70 vedove che stavano ricostruendo la loro vita come donne imprenditrici. Qui mi spostavo di villaggio in villaggio, a piedi o grazie a un motorino, per insegnare contabilità di base e abilità imprenditoriali: a volte in una capanna, qualche volta all’aperto, con il materiale didattico fissato su un albero. Ho controllato il micro-credito che queste donne ottenevano come parte del progetto; ho visto in che modo aveva cambiato la loro vita, come le aveva aiutate ad aumentare di quattro volte le loro entrate, e come aveva permesso loro di allargare l’attività e ottenere, per la prima volta, acqua fresca e cure mediche”.
Cocokind
Questa è l’era dei selfie e noi la stiamo vivendo.
Avere la pelle perfetta in ogni scatto è la sfida che ha portato la fondatrice Priscilla Tsai a lanciareCocokind2014年11月内尔。La sua使命e fornire trattamenti per la pelle semplici, mirati e accessibili che valorizzino le donne.
“Fin da adolescente, ho combattuto con l’acne ormonale. Quando ero al college, il dermatologo mi prescrisse una terapia di antibiotici e spironolattone e per anni ho preso giornalmente quelle pillole. Tuttavia, quando mi sono laureata, ho iniziato ad avere molti problemi di digestione, e mi sono accorta che doveva esserci un collegamento tra i medicinali che avevo assunto e quei disturbi” spiega Priscilla Tsai.
Il marchio vegano di prodotti per la pelle fa anche parte di un movimento che incoraggia le donne ad amare la propria pelle e mostrarla sui social media, possibilmente con l’hashtag #NoFilter. E Cocokind percorre la strada della sostenibilità: i suoi prodotti sono certificati come biologici e attenti all’ambiente, a base di olio di cocco vergine e super-alimenti di origine vegetale.
Fate il passo successivo
Dopo aver letto le storie di queste straordinarie donne imprenditrici, è tempo di fare il passo successivo e realizzare il vostro progetto personale.
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Articolo originale di Lindsey Peacock, tradotto da Maria Teresa Cantafora.